Qui le regole creano il senso di comunità
Per garantire la sicurezza a Dynamo Camp, è essenziale che staff e volontari rispettino precise norme che riguardano il rapporto con i bambini. Sono comportamenti necessari non per limitare le libertà degli ospiti ma per assicurare loro il divertimento in un ambiente sereno.
«La vita è un gioco da giocare seguendo le regole». Ne era convinto J. D. Salinger (1919-2010), lo scrittore statunitense divenuto celebre per Il giovane Holden, romanzo di formazione che ha riscosso un enorme successo fin dalla sua pubblicazione, nel 1951, per poi divenire un classico della letteratura americana.
Anche a Dynamo le regole fanno parte del gioco e se tutti le rispettano il divertimento è assicurato. Sono regole precise, stabilite non per limitare le libertà dei ragazzi, bensì per garantire la serenità e la sicurezza sia dei camper sia dello staff. I volontari le apprendono durante il corso di formazione. «È essenziale innanzitutto che gli adulti non restino mai da soli con un minore», spiega Francesca Prioreschi, nello staff di Dynamo Camp per il recruiting dei volontari. «Se per qualche motivo un camper si deve allontanare dal gruppo, per andare al bagno o in infermeria per esempio, dobbiamo sempre chiedere a un altro membro del personale di venire con noi. Questa regola vale sempre e in ogni circostanza, a tutela sia nostra sia degli ospiti.
In tutta l’area del Camp, poi, è vietato fumare (è possibile farlo solo durante le pause e negli spazi preposti) e bere alcolici. Non è consentito l’uso del telefono: staff e volontari lo lasciano nelle proprie stanze e ne limitano al massimo l’uso nel tempo libero, per lo più alla sera quando i bambini sono a letto e comunque mai nelle vicinanze degli ospiti, per dare il buon esempio». Ai dynamìci non è consentito nemmeno scattare fotografie durante le sessioni. «Sono regole difficili da interiorizzare all’inizio, soprattutto per i volontari», confessa Nicolò Bucci, volontario forlivese con dieci sessioni alle spalle. «Devi comprendere nel profondo che ti trovi lì essenzialmente per essere al servizio del prossimo, e accettare tutte le limitazioni.

I ragazzi si adattano molto più facilmente alla vita del Camp: coinvolti dalle attività, si dimenticano quasi subito dello smartphone e dei social network. Il senso di comunità che si crea è molto più forte. Ho assistito a cambiamenti straordinari nel giro di qualche giorno: alcuni arrivano chiusi in se stessi, refrattari alle regole perché arrabbiati col mondo, ma alla fine della sessione diventano incontenibili protagonisti di scenette divertenti con i compagni di casetta: situazioni che riempiono il cuore a noi volontari e allo staff».
Altra prerogativa di Dynamo è l’assoluto riserbo sulle patologie degli ospiti. La privacy, infatti, è un aspetto fondamentale per far funzionare il Camp. Prima di dare inizio a ogni sessione, lo staff medico distribuisce l’Alert List ai Responsabili di casetta e di attività. Su questo documento, accanto al nominativo di ogni ospite, non vengono mai indicate le patologie (che sono note esclusivamente allo staff medico), ma solo particolari necessità degli ospiti che i dynamìci devono conoscere (orari delle terapie, precauzioni…). Questa regola è utile perché tutti i camper meritano le stesse attenzioni e necessaria affinché nessuno veda la malattia prima del bambino. «A volte i ragazzi o i genitori stessi ci confidano i dettagli della malattia. È un onore ricevere la loro piena fiducia, ma va ricambiata con il rispetto della privacy», continua Nicolò. «È importante poi che i dynamìci trattino la propria vita con lo stesso livello di riservatezza. Bisogna evitare, per esempio, di confidare agli ospiti dettagli personali.
Ovviamente, poi, ogni adulto e bambino è tenuto ad adottare un linguaggio e un abbigliamento coerente con i principi e le linee guida, quindi non volgare e non offensivo per sesso, identità religiosa, etnica e culturale. È fortemente consigliato utilizzare i capi forniti dallo staff, evitando abiti succinti, con scritte o disegni inappropriati, infradito, sandali o altre scarpe scoperte ai piedi. Un’altra regola fondamentale riguarda i contatti con gli ospiti. «Staff e volontari non sono autorizzati a scambiare numeri di telefono e contatti personali con i partecipanti di Dynamo Camp, siano essi minori o componenti adulti della famiglia, nonché a intraprendere relazioni utilizzando i social network», continua Francesca. Questo è indispensabile per tutelare bambini e famiglie, ma anche i volontari che, terminata la sessione, non sono tenuti a intrattenere rapporti con gli ospiti del Camp. Ma perché i ragazzi accettano di buon grado le regole di Dynamo? Nicolò non ha dubbi: «Sono al centro di premurose attenzioni, quindi si sentono amati, considerati, ascoltati. Questo li aiuta a rispettare le limitazioni imposte.
Il sistema di regole permette di far funzionare “la macchina” alla perfezione. Ecco perché, quando arrivo al Camp, anche io sono pieno di preoccupazioni che sembrano insormontabili e quando vado via mi sento rigenerato. Tutto mi appare come per magia da un’altra prospettiva».
Fonte: DYBC n° 8/giugno 2021. Leggi l'edizione completa, clicca qui.