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Non eravamo a Times Square… ma posso affermare che sia stato il più bel Capodanno della mia vita
17
Gen
2020

Non eravamo a Times Square… ma posso affermare che sia stato il più bel Capodanno della mia vita

“Per i campers, avere l’opportunità di conservare speranze e legami che li aiutino a superare momenti difficili, penso che non sia un piccolo contributo”. Clea Newman, figlia del noto attore Paul Newman, cita il padre e fondatore del primo Camp di Terapia Ricreativa al mondo, in una lettera di buon anno indirizzata a tutti i Camp della rete di SeriousFun. Nel suo breve scritto, sottolinea come la fine di un anno sia effettivamente un periodo ricco di solidarietà quanto di frenesia, metafora di ciò che accade in ogni Camp del mondo.

Una metafora reale, questa, che hanno vissuto i partecipanti dell’ultima sessione di Dynamo Camp nel 2019: anche quest’anno, 26 famiglie si sono riunite in teatro e hanno contato insieme i secondi per salutare, a mezzanotte, l’anno appena trascorso.

Perché è speciale trascorrere capodanno al Camp?
Lo abbiamo chiesto a mamma Francesca e papà Giulio, che ci raccontano:
Non eravamo a Times Square o in Piazza Rossa a Mosca. Il cenone non era la tipica cena in cui trascorri 4 o 5 ore a mangiare e i piatti non erano le creazioni sofisticate di un qualche chef stellato. Non ci sono stati incredibili fuochi di artificio, fiumi di champagne, star del mondo dello spettacolo ad animare la serata. Eppure, posso affermare che sia stato il più bel Capodanno della mia vita. Era l’atmosfera in se stessa ad essere magica e le vibrazioni positive attorno a noi.

A Dynamo Camp si arriva non sapendo bene dove si stia andando. Magari ne hai sentito parlare da qualcuno che ci è già stato e che ti dice che è un posto fantastico. Magari, hai dato un’occhiata su internet su cosa si fa al Camp, le attività che si svolgono, hai letto l’opinione di qualcuno che scrive come me ora. Ma niente è come viverlo in prima persona. In vita mia ho viaggiato tanto e conosciuto tante persone ne ho incrociate di buone e non. Ma, neanche pagando, ho ricevuto tante attenzioni e tanta gentilezza, da così tanti individui allo stesso tempo. Questo è veramente difficile da trovare ed è proprio questa genuina gentilezza l’eredità più importante di questa esperienza a Dynamo ed è questo il valore che voglio cercare di mantenere anche a casa e nel “mondo esterno”. Notate il termine mondo esterno. Dopo Dynamo, dividerete il mondo in Dynamo e mondo esterno. Il Camp è un posto unico e una volta entrati è come entrare in un’altra dimensione. La cosa che ho amato ed apprezzato di più è stato il fatto che mio figlio abbia tranquillamente e regolarmente svolto tutte queste attività.
A Dynamo non esistono i prefissi “dis-“ o “diversamente”. C’è solo “ABILE”!
 .

Per le famiglie con un bambino affetto da una patologia complessa l’esperienza al Camp non è solo una vacanza, ma -grazie al metodo della Terapia Ricreativa- si trasforma in uno spazio in cui riscoprire le proprie capacità, ritrovare fiducia in se stessi e rinnovare la speranza . Così nel 2020 Dynamo Camp ospiterà 50 famiglie, proprio con l’obiettivo di sostenere il diritto di questa preziosa “normalità” di cui parlano Francesca e Giulio.

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